Le note galanti: il titolo


Vorrei che fossero davvero note galanti, cioè leggere e gentili, non irose, non volgari. Per fortuna il mio cognome permette, senza che io ne abbia alcun merito, di giocare con questo desiderio attraverso il titolo del blog.



Vorrei che questo fosse uno spazio per scrivere di ciò che amo di più o considero più importante: le relazioni, i sentimenti, le paure e i desideri, il sogno di un modo diverso di vivere con se stessi e con gli altri. 


Mi piacerebbe riuscire a raccontare con calma e con il sorriso sulle labbra anche la rabbia. Vorrei possedere gesti leggeri e ampi per ricamare la malinconia e persino il dolore, ma non sempre ne sono capace. Scrivere rende tutto più facile, perché si è protetti dalla distanza spazio-temporale. 

Mi piacerebbe, poi, scrivere sempre come mi viene, di getto, senza troppo preoccuparmi di ciò che penserà chi legge e senza paura di mostrare anche il volto della fragilità. 


Matthew Woodson, And Though You've Loved A Thousand Men
E dopo avere scritto mi piacerebbe andare a dormire su un materasso di foglie. 
A dormire con la finestra aperta, con il tetto bucato, come sotto le stelle, quando i grilli ti fanno compagnia. 

Le parole rimaste sospese tra il sonno e la veglia, tra la primavera e l’estate, tra il giorno e la notte ci sarà tempo, forse, per dirle domani, fra una settimana, fra un mese, fra un anno. 

Oppure resteranno a volteggiare leggere, parole di nessuno, parole timide, parole inascoltate, parole alate, parole che non ci sono mai state, parole soltanto sognate.


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