mercoledì 22 aprile 2015

Il sogno di un mondo migliore


Non ci sono le immagini dei barconi, dei cadaveri e dell'acqua scura che li ha inghiottiti, ma le foto dei fiori della primavera: per ricordare che sognavano di raggiungere un mondo migliore.
Quest’anno non so se farò in tempo a vedere la fioritura delle piante di mio padre perché per ora non posso certo guidare, e allora metto le foto della primavera scorsa. 
Da ieri, però, non devo più saltellare e arrancare a galletto zoppo, perché ho il permesso del cosiddetto “appoggio sfiorato” del calcagno - sempre usando le grucce - e mi sento come rinata. 


Però, un po’ lo stordimento del “dopo”, un po’ l’involontaria inazione, in questi giorni mi sono immalinconita parecchio nel leggere le notizie. Allo sgomento per le centinaia di morti innocenti, vittime delle guerre di cui gli scafisti non sono che un fenomeno conseguente, si è aggiunto quello per le reazioni disumane, egoiste, talvolta inconsapevolmente venate di ipocrisia, di moltissime persone. Forse - e questa è una paura - sono forme di egoismo o di ragionevole cinismo che appartengono alla maggioranza degli italiani.


Di fronte a tragedie come quella del naufragio e dei morti nel Canale di Sicilia ci si aspetterebbe una gara generosa per mettere a disposizione spazi e risorse. Invece, sia pure tralasciando chi plaude e si rallegra, noto che per lo più, tra chi esprime cordoglio, non si parla di cordone umanitario o di nuove politiche europee, ma di sicurezza delle coste. E' la logica di “Triton”, che ha portato l'Europa alla scelta, per me sciagurata, di sostituirlo all'operazione "Mare nostrum". 



Per lo più, inoltre, in questi giorni non si parla prioritariamente di vite umane da salvare, ma di misure rispetto ai flussi incontrollabili di chi fugge da una morte certa per correre il rischio di una morte possibile su un barcone. Queste persone, questi morti e quelli che sono sopravvissuti e la visione della morte innocente la portano nello sguardo, chiamiamoli “esseri umani”, non “migranti”. Anche se lo sono. Serve per ricordare che pesano sulla nostra coscienza e non solo su quella degli scafisti.

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