venerdì 16 gennaio 2015

Il fascino della divisa

Questa e le immagini seguenti sono tratte dla film
"I 400 colpi" di 
François Truffaut.
Lei è una ragazza minuscola più dello zaino rosso che ha sulle spalle. Credo che sia una studentessa delle medie, a occhio e croce. Lui sta facendole un verbale di multa e ha il volto fiero e soddisfatto. Lei parla sottovoce, a testa bassa e mi sembra che stia per piangere quando le chiede il nome di un genitore e poi di parlare più forte e poi ancora più forte.



Premessa: penso che sia giusto pagare il biglietto dell'autobus e anche sanzionare chi non ce l'ha, però...Però questa ragazzina mi fa pena, soprattutto per il modo con cui la multa gli viene comminata, direi quasi con gusto, ma capisco che qui cado nell'illazione.
Mi faccio vicina e mi offro di darle io un biglietto, che può succedere di non averlo. Lei solleva la testa e mi guarda con un largo sorriso, ma lui, dopo un secondo di perplessità, dice che no, ormai non si può. Insisto, perché credo che un verbale si possa annullare e mi rivolgo agli altri passeggeri, chiedo pareri...Niente. Hanno facce cattive e rancorose già di prima mattina e soprattutto sono identificati con il "machemenevieneame" che qualifica sempre più persone in questo paese. 


Una volta discesa la rincorro per vedere di quanto è la multa. 80 euro. Mi accorgo che sono discesi anche i controllori (erano quattro su quell'autobus) e allora ci vado a parlare, anche se ormai serve a poco, ma per sapere se davvero non si può annullare un verbale. Ridacchiano, imbarazzati, e uno risponde il suo banale e prevedibile "ecchenneso" e mi guardano come se quella strana fossi io. 
Ripeto: penso che il biglietto vada pagato. Però, un po' di intelligenza, un po' di garbo umano, anche nello svolgere una mansione difficile, non farebbe che bene. Vedendo questa ragazzina forse il controllore poteva anche solo dire che gli dispiaceva, ma che non poteva fare altrimenti. Sorriderle invece di assumere l'espressione di un arcangelo Gabriele con la spada sguainata.



Sono tre i casi di suicidio adolescenziale nelle nostra provincia in poche settimane; tre casi sui quali, attoniti, gli adulti si interrogano. Ecco, partiamo anche da qui: dalla rigidità di alcuni di noi, incapaci di distinguere tra chi mette un atto un comportamento abitudinario e chi lo fa eccezionalmente; partiamo dallo stereotipo o dall'indifferenza che mostriamo ai ragazzi e forse capiremo perché, a volte, a quell'età si può perdere la fiducia nel mondo  fino a voler fuggire da dove non si può tornare mai più

1 commento:

  1. Grazie prof., lei non si smentisce mai. Io credo nella gentilizza sono ogni altra cosa, metto sempre l'individuo al centro (per questo lo chiamo individuo), anche quando sconfitta io per prima, devo segnare un 4 sul mio registro da prof.
    Un abbraccio
    Federica

    RispondiElimina

Scrivere in un blog è come chiudere un messaggio in una bottiglia e affidarla alle onde. Per questo i commenti sono importanti. Sono il segno che qualcuno quel messaggio lo ha raccolto. Grazie in anticipo per chi avrà voglia di scrivere qui, anche solo e semplicemente per esprimere la propria sintonia emotiva.