mercoledì 10 settembre 2014

Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera

Dal film "Primavera, estate, autunno, inverno…e ancora primavera"
di Kim Ki-duk, 2004
Tutti noi, probabilmente, abbiamo degli appuntamenti che si rinnovano di anno in anno. Una rassegna di qualcosa, un certo festival, una ricorrenza. Ne abbiamo bisogno, forse, anche per fare raffronti e per ricordarci che tutto cambia e nello stesso tempo tutto si ripete; o anche che le cose che sembrano perdute prima o poi ritornano, magari sotto mutate vesti. 
Uno di questi appuntamenti, per me, è a settembre, il nove, giorno della festa del mio paese di origine.

9 settembre 2014, Montecatini Val di Cecina. 
I fuochi di artificio dal terrazzo della casa di mio padre.
Credo di non essere mai mancata, negli anni.
Quando ero piccola si trattava di tre giorni di festa nei quali tutti gli adulti con i quali noi bambini avevamo a che fare più da vicino erano tenuti (dico TENUTI) a farci un regalo comprato ai banchi della fiera. Dunque, noi andavamo in avanscoperta, passavamo in rassegna tutti i giocattoli e poi ritornavamo con loro a guardarli facendo in modo di indirizzarli verso la scelta giusta.

9 settembre 2014. Nel giardino di mio padre di meli c'è solo questo.
E' ancora estate, in teoria, ma già si sente l'autunno.
E poi, naturalmente, c‘erano tutte quelle cose che ai bambini di oggi non dicono più niente, tipo i dolcetti da fiera e le giostre, una per piccoli  e una, più pericolosa, per giovani.
Da ragazzine mia sorella e io eravamo bravissime a giocare con la seconda giostra, comunemente chiamata “calcinculo”. Consisteva in tanti seggiolini come quelli dell'altalena, appesi con catene a una specie di tetto a pagoda, molto in alto. La giostra girava sempre più  velocemente e i maschi dovevano spingere i seggiolini di noi femmine che dovevamo afferrare al volo il nastro appeso a un lungo palo. Ieri, per l’appunto, con mia sorella, abbiamo incontrato dopo diversi anni uno dei migliori "spingitori" di seggiolini.

9 settembre 2014. Davanti alla casa di mio padre 
i crochi gialli arrivano, ogni anno, sul finire dell'estate.
Sempre ieri di amici ne ho incontrati tanti altri, ex compagni di scuola e del tempo libero. In pratica erano tutti quelli che non sapevano ballare, se non il ballo del mattone; cioè tutti quelli della mia generazione. Si ballava per tre sere di seguito, quando ero una ragazzina, l'otto, il nove e il dieci settembre,  ma io preferivo persone più esperte dei mie coetanei, tipo gli amici di mio padre, i miei zii o mio padre stesso. A me piaceva proprio il ballo in sé e ballavo, ballavo, fino a notte fonda, emozionata per i primi tacchi alti e  inguainata nei primi abiti da sera.

Ancora da "Primavera, estate…" di Kim Ki-duk
Agli appuntamenti annuali, come quello di ieri, penso sempre a chi non incontrerò più. A persone giovani a cui ho voluto bene e che hanno avuto la vita spezzata. Ad altre, meno o non più giovani, che sembra altrettanto strano, per non dire assurdo, che non ci siano.

Sempre dal film di Kim Ki-duk
Penso, però, anche a quelle che negli anni passati non avrei potuto incontrare perché non erano ancora nate o perché non le avevo ancora conosciute e che ora, invece, condividono una parte del mio percorso. E allora, salutando a notte fonda i tetti arroccati delle case del mio minuscolo paese, mi si allarga il cuore e sorrido.



Ancora da "Primavera, estate…" di Kim Ki-duk
Mi torna in mente il bellissimo film di un regista che amo, Kim Ki-duk. L'immagine più viva nella mente è quella del monastero galleggiante sul lago, nelle cui acque gli alberi si riflettono, come i ricordi nella nostra psiche, e non sai più quale luogo sia più vero o più importante, se quello di dentro o l’altro. Poi capisci che è il dialogo tra queste due realtà, nel ritorno ciclico delle stagioni, a creare il senso delle esperienze.



Ancora da "Primavera, estate…" di Kim Ki-duk





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