domenica 26 gennaio 2014

Di desideri e di giochi


Margot cucciola - giugno 2013

Tutti gli animali giocano, non solo noi di specie umana. Il gioco può essere utile e può diventare una specie di tirocinio di vita per il futuro dei cuccioli, ma si tratta di un aspetto secondario, perché la sua vera natura è quella di non farsi strumentalizzare da niente e nessuno.
Gli esseri umani giocano indipendentemente dall’età anagrafica. Andare al cinema e fingere di credere vero ciò che è proiettato su uno schermo è un gioco. Così, andare a teatro, nella notte, e uccidere Desdemona diventando Otello e poi disperarsi, come fossimo lui, per averlo fatto e per essere stati vittime di un inganno, è un gioco che continua nella messa in scena della propria morte. Ed essere uccisi, insieme a Mario Cavaradossi, per poi piangere sul suo amato volto esangue, insieme a Tosca,  è ancora gioco.


Charles Edward Perugini, Ragazza che legge, 1879.
E’ gioco sprofondare in un romanzo identificandoci con questo o con quel personaggio, cantare una melodia, lasciarsi avvolgere da rime o da versi liberi cercandone il significato come cercavamo i nostri compagni nel nascondarello di quando eravamo piccoli.
E poi, ancora, scrivere: è un gioco bellissimo che crea universi infiniti combinando come in un caleidoscopio pochi segni neri e gettando ponti a colmare le diverse distanze tra gli esseri umani.
Tutti giocano e l’essenza del gioco è il fare finta, la drammatizzazione, la creazione di una realtà intermedia tra quella oggettiva, che guardiamo e ascoltiamo con i recettori a distanza (vista e udito) e quella soggettiva che si lega piuttosto a quelli di vicinanza: olfatto, gusto e tatto.
Il gioco abita la dimensione dell’illusione che è ben diversa da quella dell’inganno. L’inganno imita e millanta come vero ciò che non è. Sono inganno, infatti, le allucinazioni che il folle crede vere; così come è inganno il trompe-l'œil che crea una percezione di profondità e volume su una superficie bidimensionale.

Margot e la sua preda preferita: una pallina di peli  e piume
attaccata a una canna da pesca di plastica - Stamani
ll gioco non ha altro fine che se stesso. Ci fa stare bene. Ci fa vivere in una dimensione multiforme mettendo in comunicazione ciò che sembra radicalmente separato: il dentro con il fuori di noi, le esperienze vissute nel sogno con quelle della veglia, i ricordi con i desideri.
I desideri, del resto, nascono dai ricordi felici e dalla voglia di metterli in scena di nuovo, in un diverso teatro.

Margot gioca con la falsa preda - Stamani
La gattina Margot sa che la pallina di peli e piume non è una vera preda, ma finge di crederla tale. Tutti le mattine, quando mi alzo,  miagola sotto il posto nel quale è appesa la canna da pesca di plastica e non smette finché non giochiamo insieme. 


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Agguato di Margot -  Stamani

Margot si impegna molto in questo gioco, miagola con diversa prosodia, garrisce come fosse una rondine, fa versi strani tipo ticz, ticz, ticz, o zctac, zctac come quando rincorre le mosche e i mosconi veri; e salta in aria, alta e coraggiosa, poi striscia, si nasconde e riappare all’improvviso… Tra lei e chi accetta di coinvolgersi in questa danza ludica a due si crea un affiatamento strano e allora, quando il gioco termina, bisogna sedersi e prendersi tutte le sue fusa. E a proposito: con tanti studi specialistici le fusa dei gatti restano ancora un mistero, ma sospetto che siano anch’esse attinenti all'attività ludica, che insieme  ai sogni e ai desideri dona senso all’esistenza.





1 commento:

  1. Un saluto a Lei e ai suoi bellissimi gatti da parte di uno "studente" del PAS di Pisa 2014 :)
    Complimenti per il bellissimo BLOG.

    Mirko

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