sabato 7 settembre 2013

Dell'amore e del potere


Dovendo andare a ritirare una raccomandata che tra tre giorni sarebbe stata rimandata indietro – chi mi conosce sa che ho questo problema - ho fatto un salto in libreria. La frequento come un credente il proprio tempio, anche solo per fare un giretto e non comprare niente. Guardo, penso, qualche volta leggo in piedi i libri brutti in modo da poter dire che lo sono davvero senza però finanziarli. 





































Ma quanti ne escono - pensavo in quest'ultima visita in libreria - sull’incapacità di noi donne di farci amare? Nella sezione psicotutto c’è un'infinita serie di donne che amano troppo e verbi similari (sempre troppo). Poi c'è la serie del come tenerlo al guinzaglio, da leggere dopo quella del come conquistarlo. Poi, ancora, la serie dei manuali che ti insegnano a essere stronza (è scritto così, non è colpa mia) e a selezionare gli uomini (è scritto così) liberandosi di quelli inutili (è scritto così). La morale di tutti quanti questi libri non è diversa dal consiglio della nonna che ormai è diventata trisnonna: in amore vince chi fugge, perciò fatti rincorrere, negati, oggi non posso magari tra due giorni sì e soprattutto non mostrare che a lui ci tieni. 

Sarà vero? 
Passo in rassegna situazioni note e me ne vengono in mente molte che sembrano dare ragione alla trisnonna anonima. Conosco diverse persone afflitte perché si sentono invaghite di qualcuno che le ha lasciate e non se le fila più, anzi, le vive come una maledizione del cielo, un fardello, una iattura. Non c'entra l'amore con tutto questo, c'entrano, invece, i giochi di potere. Giochi che non rendono felice nessuna delle persone coinvolte, ma nutrono il narcisismo perverso, quello che non ammette sconfitte, impegnando le energie amorose di qualcuno in percorsi frustranti e vieti. L’amore è reciprocità di interesse, è condivisione, è piacere del tempo regalato dall’una all’altro e viceversa, è sguardo ricambiato che rende possibile gioco e leggerezza, ma anche la capacità di accogliere la tristezza dell’altro. L’amore è anche un modo per conoscere meglio le proprie ombre e le proprie luci attraverso gli occhi di un altro che ci è caro e di cui ci fidiamo e non un nascondarello puerile. 
A giudicare, purtroppo, dalla quantità di libri-spazzatura sull’amore, evidentemente suffragati da un loro mercato, temo che sia arrivato davvero il momento di capire che non è affatto scontato imparare a viverlo e ad averne cura. Chissà se ci riusciremo. 

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